20 Giu 2012

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Nigro: “Buscema come padre Zappata”

Nigro: “Buscema come padre Zappata”

Paolo Nigro, consigliere indipendente, facente parte di Territorio, da anni presente nella vita politica modicana risponde a qualche domanda sui quattro anni dell’attività dell’Amministrazione Buscema.
Cosa pensi dell’attività fin qui svolta dall’amministrazione Buscema?
L’amministrazione Buscema è senza dubbio fatta da brave persone, però le singole persone nello svolgere il proprio ruolo sono poco presenti, superficiali nell’affrontare i problemi quotidiani, inadeguati. Vista la situazione, gli assessori devono fare gli amministratori a tempo pieno: la presenza non soltanto nelle stanze del palazzo, ma fra la gente è fondamentale per cercare di tentare di risolvere i problemi. In questi anni gli amministratori sono state brave persone, ma poco presenti e poco responsabili.
A tuo avviso sono state mantenute le promesse fatte in campagna elettorale?
Credo che il programma elettorale è stato fatto perché un atto dovuto, come per tutti. Magari nei primi mesi è stato seguito, poi, è stato addebitato tutto alla nota situazione finanziaria, di cui loro hanno parlato in campagna elettorale dicendo che la conoscevano e sapevano come affrontarla e ci si sono dedicati sin da subito. Non mi interessa la polemica, bisogna analizzare ciò che è stato fatto in questi anni. Le promesse fatte in campagna elettorale ci potevano stare perché dovevano far parte di un programma, ma credo che si sia fatto poco, quasi nulla – e sono in condizione di dimostrarlo argomento su argomento – perché a mio giudizio non c’è stato chi lo poteva attuare. Buscema avrebbe dovuto, da un lato, mettere su un gruppo di lavoro per affrontare la situazione finanziaria, mentre il resto dell’amministrazione avrebbe dovuto pensare all’attuazione del programma. Non so cosa valuteranno i cittadini rispetto a questo fra un anno, ma ritengo che sia stato disatteso l’impegno che Buscema aveva assunto sulla questione finanziaria.
Entriamo più nello specifico della situazione finanziaria.
Subito dopo l’elezione del sindaco fu fatto un comizio, “I conti di Modica”, nel quale furono sbandierati i debiti del comune. Modica in quel momento è diventata famosa per i debiti. Ricordo che il leader dell’Mpa disse che forse i debiti erano tanto quanto il bilancio del comune. Fu fatto il lavaggio del cervello ai cittadini denunciando un debito mostruoso, addebitando le responsabilità solo alla precedente amministrazione, non dicendo volutamente la verità sulle origini del debito che risalgono almeno agli anni ‘80. Già dagli anni ’90 Buscema è stato assessore, ha amministrato questa città: lui non è immune da questa situazione debitoria. Vero che nell’amministrazione Torchi la spesa si è incrementata, tanti comuni si sono indebitati per cercare di creare sviluppo per la città, vero che la questione dei debiti fuori bilancio è patologica, ma la reazione dell’amministrazione è stata quella di dire che nulla poteva essere fatto a causa dei debiti. Se è vero che si è avuta una contrazione della spesa, purtroppo è vero che alla gravità della situazione finanziaria non sono corrisposte scelte adeguate, cioè entrate certe ed entrate straordinarie.
A cosa ti riferisci?
Il piano di vendita e valorizzazione degli immobili comunali, utilizzato come copertura virtuale del disavanzo, è rimasto sulla carta. Non hanno saputo nè voluto valorizzare, rendere appetibili e vendere gli immobili disponibili, magari affittandoli per creare reddito. In ciò anche la beffa che l’ex Palazzo delle Poste, uno degli immobili più appetibili sul mercato immobiliare con un presunto ricavato di almeno 1.500 mila euro, ha rischiato di essere venduto all’asta su istanza di diversi creditori.
Le gravi responsabilità del Sindaco riguardano non solo la mancata attuazione di parte del programma, ma anche il fatto che non ha interpretato appieno il suo ruolo di primo cittadino in quanto garante di trasparenza, legalità, questione morale.
Parliamo, ad esempio, dei servizi sociali?
Da molti è risaputo che i servizi sociali a Modica sono stati una riserva di caccia anche di Antonello Buscema. Dopo che Buscema ne è stato assessore questi sono stati gestiti sempre da uomini di Riccardo Minardo. Quando Buscema si è proposto agli elettori lo ha fatto senza l’Mpa, solo al ballottaggio fece l’accordo creando una maggioranza ibrida e sapendo che una volta eletto, la delega ai servizi sociali non sarebbe stata toccata. Cosa che poi avvenne.
Quando era ai servizi sociali Buscema è stato apprezzato per quello che ha fatto, sapeva che si trattava di una riserva di caccia, magari gestita diversamente da come aveva fatto in maniera responsabile, da parte di qualcuno dell’Mpa, già Forza Italia, in maniera disastrosa, superficiale. Perché la delibera con la quale si stabilisce che dal 1 settembre 2008 tutti i servizi sociali si devono affidare non più tramite affidamenti diretti, ma con gare ad evidenza pubblica, è stata carta straccia? In base alla continuità amministrativa Buscema avrebbe dovuto guardare agli atti fatti dal sindaco precedente e, se non ne condivideva i contenuti, revocarli. Dapprima è stata disattesa questa delibera, solo dopo fu modificata. Per i primi 3 anni i servizi sociali sono stati gestiti, sempre a vantaggio di quella parte politica, in regime di proroga, senza gare d’appalto che avrebbero tolto qualunque alone di dubbio sugli affidamenti diretti.
E la scuola?
La situazione è questa: mense a singhiozzo e non della migliore qualità, scandalosa chiusura delle cucine comunali di primissima qualità che è stata riaperta solo quest’anno, riscaldamento attivato in ritardo e senza la preventiva manutenzione delle caldaie, problemi di gasolio e metano. La sicurezza è solo sulla carta con qualche limitata eccezione. È paradossale e scandalosa la perdita dei finanziamenti per oltre un milione di euro, ereditati dalla precedente amministrazione, destinati all’abbattimento delle barriere architettoniche, all’adeguamento e il rifacimento degli impianti tecnologici, al riscaldamento, al fotovoltaico.
Una battuta sul settore sanitario?
Le questioni principali sono due. La prima riguarda le antenne che andrebbero tolte dai siti privati e collocate in aree comunali lontano dai centri abitati per preservare la salute dei cittadini. Questo comporterebbe anche un’entrata ulteriore per il comune derivante dalle concessioni. L’altra riguarda l’ospedale maggiore. Anche qui il sindaco, massima autorità sanitaria locale, deve intervenire prima che l’ospedale venga chiuso per mancanza di personale, mentre da mesi i precari dell’Asp protestano perché sono senza lavoro.
Altra questione in questi anni ha riguardato il settore rifiuti.
L’amministrazione Buscema ha mancato tutti gli obiettivi che si era prefissata, ne sono la prova la raccolta differenziata che non è mai partita e la mancata individuazione di una discarica. Fatta eccezione per il centro urbano, la scerbatura dei cigli stradali è stata fatta pochissime volte, per finire poi con le discariche abusive in ogni parte del territorio comunale. In tutto ciò la beffa dell’aumento della tassa sui rifiuti. Non dimentichiamo poi che il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, dopo le vicende giudiziarie che hanno coinvolto la ditta aggiudicataria dell’appalto, dal 2009 è gestito con affidamento mediante ordinanza contingibile ed urgente, prorogata tutt’ora.
Prima hai parlato di questione morale.
Anche in questa amministrazione non mancano esempi di commistione fra affari personali e politica. Mi riferisco all’assessore Elio Schifo il quale si trovava in condizione di approvare pratiche che il suo studio presentava, e al vicepresidente del Consiglio Avola Salvador, la cui incompatibilità è legata alle varianti al piano regolatore per costruzione di capannoni nel centro commerciale e per la costruzione vicino al tribunale, nella zona C, senza piano di lottizzazione mai approdato in consiglio.
Che consiglio daresti al sindaco?
Buscema farebbe meglio a predicare bene e razzolare altrettanto, cessi di essere ancora come Padre Zappata, lo è stato per troppo tempo e per troppe questioni.

Angela Allegria
Maggio 2012
In Il clandestino con permesso di soggiorno

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