12 Ott 2010

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Catania recupera Orfeo ed Euridice dalla stagione lirica 2009

Catania recupera Orfeo ed Euridice dalla stagione lirica 2009

Il sogno di un amore perduto e ritrovato, esaltato dal dolore della perdita e dalla speranza di un ricongiungimento attraverso la morte o, con proposta di Amore, attraverso una prova che se superata può ricondurre alla felicità terrena. Questo il tema dell’Orfeo ed Euridice andato in scena a partire dallo scorso 11 settembre al Teatro Massimo Bellini di Catania per il recupero dell’ultimo spettacolo della stagione lirica 2009.

Non un dramma ma una azione teatrale in tre atti scritta per celebrare l’onomastico di Francesco d’Asburgo dal livornese Ranieri de’ Calzabigi, su musiche di Christoph Willibald Gluck dirette da Aldo Sisillo per la regia di Francesco Esposito.

Il tema della festosità, nonostante la storia triste di morte, si percepisce nell’ouverture iniziale nella quale la sincronia ed il ritmo favoriscono tanto la giocosità dell’evento quanto la cerimoniosità dello stesso.

Ma, passata l’ouverture, la tristezza, il dolore, lo strazio prendono il sopravvento e in una coralità quasi ecclesiastica si distingue la voce di Josè Maria Lo Monaco che ridà vita ad un Orfeo solo, smarrito, annichilito dal dolore, capace di commuoversi al solo pronunciare il nome dell’amata: Euridice (sulla scena una Sonia Peruzzo capace di esprimere con abilità ed affanno tutti i dubbi e le paure di una donna timorosa di non essere più amata e per questo chiede conferme che la porteranno nuovamente alla morte!)

Dominus della scena, deus ex machina che risolve l’intreccio quando tutto sembra perduto è Amore, Manuela Cucuccio, la quale, brillante ed astuta, dirige i giochi offrendo i suoi consiglio, trovando una soluzione, salvando dalla disperazione finale un Orfeo soggiogato da troppo amore.

Orchestra ridotta come nel ‘700, nella quale spiccano il cembalo, chiaro richiamo alle melodie settecentesche, il suono dell’arpa e gli archi sempre presenti. Interessante, precisa e coinvolgente la direzione del Maestro Aldo Sisillo, capace di coordinare l’insieme con passione composta.

Costumi moderni sottolineati anche dalle luci e dai colori: il nero del lutto, il rosso acceso del soprabito di Amore, il bianco delle anime dei Campi elisi, le tute da lavoro dell’Inferno, gli occhiali da sole e il bavaglio fatti indossare ad Orfeo per non vedere l’amata fino all’uscita dagli inferi e nello stesso tempo, non rivelarle ciò che stava accadendo.

L’unico dubbio rimane sulla riduzione di alcune parti di una azione teatrale già di per sé abbastanza breve e su movimenti coreografici diminuiti forse per ragioni di tempo?

Ma il risultato nel complesso è accettabile.

Angela Allegria
11 ottobre 2010
In Italia Notizie

Foto di Giacomo Orlando

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