10 Feb 2011

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Benvenuti all’inferno

Benvenuti all’inferno

Scendendo dal Pronto Soccorso alla ricerca dell’Hospice, situato nell’ala nuova dell’Ospedale Maggiore di Modica, può capitare di perdere l’orientamento e di trovarsi all’interno di un corridoio addir poco fatiscente. È la stessa via secondaria che le salme percorrono avviandosi verso la camera mortuaria, via attraverso la quale, i morti non possono veder nulla, ma i vivi si. E allora capita di trovarsi nel mezzo di una vera e propria discarica: rifiuti elettronici, monitor, fotocopiatrici, apparecchiature provenienti da radiologia ormai dismesse, sedie a rotelle fuori uso, sedie, letti e lettini, materassi e comodini, scatoloni contenenti documenti e pezzi vari di beni mobili fra cui anche materiale ancora sigillato, bidoncini di acidi corrosivi, camici, uno sterilizzatore, esche rodenticide, sacchi di rifiuti ed ogni altro oggetto dismesso, il tutto coperto da calcinacci e polvere.

Ma non è finita, basta andare un po’ più avanti, sempre senza che ci sia una catena o un segnale che impedisca l’accesso ai non addetti ai lavori, per poter osservare i tubi delle caldaie presenti a poche decine di centimetri dalla testa del passante. Sono grossi tubi grigi, ossidati in modo evidente (come mostrano le foto), che percorrono i corridoi per portare l’aria calda nei reparti della nuova ala. Guardando bene, ma poi non troppo, visto che tutto è palese, ci sono i tubi che portano l’aria tecnica, l’ossigeno, il protossido d’azoto, e, guarda caso, anche questi risultano altamente ossidati. Esistono anche dei grossi tubi scuri non incassati, anzi in bella vista: sono i tubi della fognatura.

E così, da un lungo corridoio dalle piastrelle bianche e gialle, sulle quali si possono notare perdite d’acqua e di chissà quant’altro, con i tubi vari in alto e i pesanti rifiuti per terra, si aprono altre porte che conducono alle caldaie e ai quadri elettrici.

Qui sorge un altro problema: un’acqua putrida derivante da una perdita scorre per una grande stanza arrivando fino al corridoio e durante il tragitto arriva a bagnare anche il pannello dei quadri elettrici accesi.

Le infiltrazioni ingrigiscono le pareti, ne scrostano l’intonaco e arrivano anche a far staccare le piastrelle dai muri. Esse costituiscono un problema diffuso anche nei reparti dell’ala nuova, i cui ambienti, seppur sistemati, imbiancati e in attesa di essere aperti fin dal 2006, sono ancora per la maggior parte deserti, mentre un vetro della porta che dovrebbe ospitare il nuovo pronto soccorso è già rotto in due punti.

Insomma, la nuova ala, che dovrebbe essere pronta e che è stata già collaudata, necessita fin da ora di manutenzione. Questa in realtà è stata affidata ad una ditta esterna con sede a Catania, la quale dovrà provvedere a tenere funzionante il tutto. Speriamo che sia davvero efficiente tale ditta, visto che già il 24 dicembre scorso un blackout ha colpito l’ala nuova e rischiava di far perdere intere sacche di sangue, dato che intanto il trasferimento di alcuni reparti, fra cui il centro trasfusionale, è già iniziato.

Angela Allegria

Gennaio 2011

In Il clandestino con permesso di soggiorno

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